SAN GIORGIO DEL SANNIO (BN). La Cassazione nel 2006 ha confermato le condanne per il deposito abusivo di AMIANTO.Allora il Comune restò inerte, ora è attore del disastro ambientale.
Anche la Cassazione conferma le condanne per il deposito abusivo di rifiuti pericolosi (tra cui amianto) gestito nel centro sannita. Dopo la sentenza dell’VIII Sezione della Corte d’Appello di Napoli, anche la III Sezione penale della Corte Suprema di Cassazione ha infatti confermato la sentenza di condanna emessa dal Giudice monocratico del Tribunale di Benevento, dott. Sergio Pezza, a carico di Martino Nardone,(fratello del sindaco p.t. Giorgio Nardone, n.d.r.) titolare dell’omonima ditta di San Giorgio del Sannio (BN) per violazione delle norme in materia di gestione rifiuti.
Allora il Comune restò inerte non costituendosi in giudizio. Ora l'Ente è attore del disastro ambientale !
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Il WWF chiede che si faccia luce sull’attività della ditta Nardone.
11/14/2001 Con un esposto indirizzato al Sindaco di S. Giorgio Del Sannio, all’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente (ARPAC) di Benevento, All’A.S.L. Distretto 24 di S. Giorgio Del Sannio, all’ARPA Campania di Napoli, al Comando Carabinieri per la tutela dell’Ambiente di Napoli e al Procuratore della Repubblica di Benevento, il WWF ha chiesto che si faccia luce sull’attività della ditta Nardone che ha sede a S. Giorgio del Sannio, in provincia di Benevento.
La ditta Nardone Martino, infatti, effettua lavorazioni a cielo aperto in un locale sito in via Appia, smontando attrezzature dimesse (per la maggior parte forni industriali), ed estraendone il materiale termoisolante. Trattandosi di macchinari obsoleti ed in disuso, il materiale isolante asportato potrebbe contenere amianto, lana di vetro e lana di roccia.
Queste sostanze provocano irritazioni e sono provati agenti cancerogeni, e perciò costituiscono una vera minaccia per la salute, tanto da essere classificate come rifiuti speciali pericolosi (Amianto: CER 17.06.01, lane minerali: R40 ed R38, fibre ceramiche refrattarie: R49 ed R38).
A S. Giorgio i residui delle lavorazioni sono stati lasciati esposti per lunghi periodi all’aria nel piazzale sede della ditta, forse mettendo a repentaglio la salute gli abitanti degli edifici circostanti, che si trovano a pochi metri dallo stabilimento Nardone. Il problema fu anche segnalato all’ASL Distretto 24 da un condomino di un edificio confinante, già nel febbraio 2000, ma senza esito.
Nei giorni scorsi, invece, il materiale è stato sostituito, nello stesso piazzale, da numerosi sacchetti in plastica, presumibilmente di identico contenuto, alcuni dei quali evidentemente lacerati.
Il WWF ha chiesto allora copia di tutti i documenti sulla vicenda in possesso dell’Amministrazione comunale, sollecitando inoltre i controlli per verificare se effettivamente esistano pericoli per la salute pubblica e siano stati violati il Decreto Ronchi o la legge speciale sull’amianto, e se siano stati omessi i dovuti controlli e provvedimenti da parte dei funzionari pubblici.