Per il bene comune i corrotti restituiscano ciò che hanno rubato. Corruzione e magistratura beneventana
La corruzione minaccia il prestigio e la credibilità delle istituzioni, inquina e distorce gravemente l’economia, sottrae risorse destinate al bene della comunità, corrode il senso civico e la stessa cultura democratica. Occorre intervenire, affinché il governo e il Parlamento ratifichino quanto prima e diano concreta attuazione ai trattati, alle convenzioni internazionali e alle direttive comunitarie in materia di lotta alla corruzione nonché alle norme, introdotte con la legge Finanziaria del 2007, per la confisca e l’uso sociale dei beni sottratti ai corrotti. Ma se a Benevento la magistratura non interverrà compiendo il proprio dovere, cercando di sgamare e perseguire- in tutti i modi consentiti allo stato dal codice - la corruzione, la società resta allo sbando, abbandonata a se stessa e priva di tutele. A Benevento, città tranquilla e corruttissima, si ha l'impressione che reati come l'abuso di ufficio, l'omissione di atti di ufficio, il falso ideologico finalizzato alla truffa (spesso, degli stessi organi inquirenti) e la corruzione siano quisquilie, pinzellacchere, reati minori e - a titolo esemplificativo ma non esaustivo - un intero paese (San Giorgio del Sannio) può vociferare giustamente sulle mazzette in natura ed in soldoni di cui sarebbe destinatario un sindaco, un amministratore pubblico , oltre a funzionari vari dell' U.T.C., da parte di un privato, per l'edificazione di un ecomostro residenziale in zona industriale e la compravendita di altri favoritismi illeciti, senza che si avvii un'indagine mirata della magistratura contro questo cancro sociale di chiaro stampo camorristico. Lo stesso paese è piagato e stremato dalla superficialità accomodante, verso lo stesso privato, della polizia giudiziaria territoriale e dalle frequentazioni con un privato poco onorevoli e poco ortodosse del Luogotenente della locale Stazione Carabinieri. Ma la magistratura tace e chi dovrebbe garantire l'imparzialità e l'indipendenza di una "divisa" dal compito essenziale ed insostituibile in una comunità, si guarda bene dal ritenere che ormai, in quel paese, urge un avvicendamento drastico al vertice di quella caserma. Benevento è una delle poche città in cui corrotti e corruttori sguazzano rallegrandosi e vantandosi della loro impunità, anche per l'occhio di riguardo illecito che si ha spesso verso certi indagati eccellenti, in vista o semplicemente noti. Spesso e volentieri l'esito delle denunce dipende dalle persone tirate in ballo ed oggetto di denuncia. Ha senso a Benevento invitare la società civile al risveglio civico e alla denuncia ? Perchè la magistratura beneventana, salvo casi sporadici, è colpevolmente inerme di fronte alla corruzione nell'ambito delle proprie moenia, preferendo la partecipazione ai convegni piuttosto che dimostrarsi esemplare nell'adempimento del suo ruolo istituzionale e costituzionale ? Perchè ciò che è ritenuto valido e sacrosanto in un paese civile normale, a Benevento è destinato ad arenarsi in un porto delle nebbie? Rosanna Carpentieri