Cari D’Alema e Veltroni, uomini del perenne ritorno: ritiratevi !
Gennaio 1994: Fini, Casini, Berlusconi si apprestavano a vincere le elezioni imminenti. Veltroni e D’Alema, braccio destro e sinistro del leader del PDS, si preparavano gioiosamente a perdere. Sedici anni dopo, le cronache si occupano degli stessi personaggi. Mentre la Francia passa da Mitterand a Chirac e Sarkozy, la Germania da Khol a Schröder alla Merkel, gli inglesi da Major a Blair, Brown e Cameron, in Italia le cronache sono ancora occupate dagli stessi immutabili personaggi. Il centrosinistra è affetto da una strana sindrome: i leader che hanno sabotato i due governi Prodi, consentito con i loro patti della crostata e delle lenticchie il ritorno trionfale di Berlusconi al potere nel 2001 e nel 2008, pontificano ancora dai loro caldi scranni parlamentari su strategie, rilanci, anatemi, naturalmente mai orfani di incarichi spesso contrattati con i loro avversari. Amano il mondo anglosassone ma rifuggono da una semplice regola: se perdi, sparisci! Kerry, Dukakis, Gore, si sono dedicati ad altro e non hanno mai sognato di tornare a fare i leader. Dunque cari D’Alema e Veltroni, uomini del perenne ritorno, in prossimità del prossimo definitivo scontro con Berlusconi fateci un favore: c’è un colle romano pronto ad accogliervi, l’Aventino.
Riparate lì, vi ricorderemo come uomini che amano il loro paese, sconfitti per mancanza di strategia, certo, ma pieni di dignità e orgoglio repubblicano.(sic!!!)