Appello sul Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione
La proposta governativa di decreto legislativo sul Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione mette in soffitta la legge Rognoni-La Torre. Essa, anche per questo, va modificata e integrata. Lo affermano in un appello al Parlamento e al Governo il Centro studi Pio La Torre, Anm, Arci, Articolo21, CGIL, Confindustria, Gruppo Abele, Legacoop, Libera associazioni, nomi e numeri contro le mafie.
Le forze politiche e parlamentari di maggioranza e opposizione raccolgano l'appello - dichiara Vito Lo Monaco, presidente del Centro La Torre - ascoltino le varie voci dell'antimafia sociale e istituzionale.
Con l'attuale decreto legislativo ritorna lo spauracchio della vendita dei beni confiscati e la rinuncia alla loro restituzione alla società, inoltre, non sono previste le nuove fattispecie di reati delle attività, anche transnazionali, mafiose, dall'autoriciclaggio all'immigrazione a quelli ambientali.
Il Codice Antimafia - continua Lo Monaco - che da tempo sollecitiamo, deve far fare un grande salto in avanti al contrasto alla mafia e alle sue reti transnazionali e spezzare definitivamente il cordone ombelicale che lega una parte della classe dirigente tramite gli affari alla mafia.
Ufficio Stampa Centro La Torre
(348-5460641)
Al Governo della Repubblica
Al Parlamento Italiano
Le sottoscritte Associazioni antimafia, Organizzazioni sociali e professionali
esprimono la loro profonda preoccupazione per la formulazione attuale del decreto
legislativo concernente il Codice delle leggi antimafia e delle misure di prevenzione.
Se fosse approvato senza alcuna modifica, si indebolirebbe il contrasto alle mafie.
Chiediamo che le competenti commissioni ascoltino gli esperti di “diritto della
criminalità organizzata”, i rappresentanti del Movimento antimafia e delle
organizzazioni del lavoro e dell’impresa affinché la proposta di decreto legislativo sia
modificata per:
‐ Non cancellare dal Codice penale la legge Rognoni-La Torre, pietra miliare
dell’impegno dello Stato contro la mafia;
‐ Semplificare l’insieme delle procedure della legislazione antimafia;
‐ Individuare un migliore coordinamento tra gli organi proponenti le misure di
prevenzione;
‐ Cancellare i brevi termini di efficacia del sequestro e della confisca dei beni
mafiosi;
‐ Non vendere i beni confiscati;
‐ Rendere cogenti le norme di incandidabilità e di ineleggibilità di chi è
compromesso con la mafia;
‐ Prevedere i nuovi reati, dall’autoriciclaggio a quelli connessi all’ecomafie,
all’immigrazione, alla finanziarizzazione e globalizzazione delle imprese
mafiose;
‐ Recepire le direttive e le decisioni quadro dell’Ue e le convenzioni dell’Onu
Noi, rappresentanti della società e dell’economia Vi chiediamo di rafforzare, senza
compromettere, quanto è stato fatto contro la mafia, a prezzo di tanto sangue
innocente, dallo Stato e dalla società civile.
15 luglio 2011
Firmatari:
Anm, Arci, Articolo21, Centro Studi Pio La Torre, Cgil, Confindustria, Gruppo
Abele, Legacoop, Libera associazioni nomi e numeri contro le mafie.